COMUNICATO STAMPA n. 0740
Irpet e governo locale: Filippeschi, sì al risanamento ma più autonomia per gli enti locali
Il presidente del Consiglio delle autonomie locali ha concluso I lavori di presentazione della ricerca sullo stato di salute delle amministrazioni pubbliche alle prese con l’impatto delle misure restrittive imposte dalle manovre del Governo
18 giugno 2012
Firenze – “La ricerca dell’Irpet giunge in un momento molto particolare della vita politica italiana. Governo, istituzioni e parti sociali sono impegnati in uno sforzo senza precedenti, per mettere ordine nei conti pubblici, rilanciare lo sviluppo e ridare credibilità al sistema-Paese. Gli enti locali non intendono sottrarsi a questo sforzo, ma questa comune assunzione di responsabilità non deve pregiudicare il loro ruolo e la loro autonomia”. Lo ha detto Marco Filippeschi, sindaco di Pisa e presidente del Consiglio delle autonomie locali (Cdal), intervenendo a conclusione della presentazione del rapporto Irpet “Governo locale in Toscana. Identikit 2011”.
Dalla ricerca, ha sottolineato Filippeschi, “si capiscono i cambiamenti avvenuti nel sistema delle istituzioni, nei servizi e nel welfare locali” e da qui “dobbiamo cogliere le possibili direzioni di una fattibile riforma”. E guardando al dibattito nazionale su questi temi Filippeschi ha precisato: "Si facciano le riforme, a partire da quelle istituzionali, ma correggendo il tiro: quella del bicameralismo è deludente e non risolve niente. E si applichi il rigore, con giustizia distributiva e nel rispetto della Costituzione, considerando le autonomie locali parte essenziale dello Stato e motori possibili di crescita". Secondo Filippeschi, è necessario “semplificare il sistema istituzionale, andando anche oltre l’Unione dei Comuni come si già facendo in Toscana” e rivedere anche l’architettura dei Comuni più grandi. “Senza questo salto di qualità”, ha aggiunto, “guardando al futuro è difficile pensare di poter affrontare in modo efficace ed efficiente il governo degli enti locali”
A proposito della pressione tributaria ed extratributaria che gli enti locali applicano ai cittadini, il presidente del Cdal si è concentrato sull’Imu, la nuova imposta sugli immobili introdotta dal governo Monti. “L'Imu appare a tutti come una patrimoniale impropria imposta tramite i Comuni, senza nessuna autonomia impositiva effettiva, di cui beneficerà soltanto lo Stato".
Infine, la questione dei servizi. "I servizi essenziali per le famiglie sono a rischio e gli investimenti sono in caduta libera per l'applicazione recessiva del patto di stabilità, che provoca anche i ritardati pagamenti delle imprese”, ha sottolineato Filippeschi. “A questo si aggiungano i tagli alla spesa per le politiche sanitarie, mentre ci sono insidie pesantissime per la gestione dei servizi pubblici a rete con indiscriminate aperture al mercato ". (lm)
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