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Quarta commissione

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COMUNICATO STAMPA  n. 0453

 
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Forteto: audizioni, sentito l'ex procuratore Ubaldo Nannucci

Nella seduta della commissione d'inchiesta sentiti questo pomeriggio anche Luciano Malatesta e Francesca Chiavacci

 

21 marzo 2016

 

Firenze – Sono proseguite nel pomeriggio di oggi, lunedì 21 marzo, le audizioni della commissione regionale d’inchiesta sulle responsabilità politiche e istituzionali nelle drammatiche vicende della comunità del Forteto. La commissione, presieduta da Paolo Bambagioni (Pd) ha sentito l’ex procuratore di Firenze, Ubaldo Nannucci, la presidente nazionale dell’Arci Francesca Chiavacci, già deputata eletta nel Mugello, e Luciano Malatesta, testimone nei processi del mostro di Firenze.
Nannucci, capo della procura di Firenze tra il 2002 e gli inizi del 2008, ha ricordato come quella esperienza si sia per lui conclusa quando “la vicenda del Forteto non era ancora esplosa” e per questa ragione il suo ufficio “non si è mai occupato del Forteto. Mi sono invece occupato più volte – ha osservato Nannucci –, in termini generali del tema dell’attività del Tribunale per i minorenni minori, della funzione del giudice minorile e su questo ho anche scritto”. Era in servizio “quando sorse la prima vicenda giudiziaria, seguita dal collega Casini, ma anche in quel caso non ebbi occasione di riferirmi a quella vicenda”.
Il presidente Bambagioni ha sollecitato l’ex procuratore in merito alle “forti, per noi inspiegabili carenze del Tribunale dei minori, che ha continuato a mandare ragazzi al Forteto, contribuendo anche ad accrescere la credibilità di quella comunità, in contrasto con sentenze e nonostante le sanzioni della Corte europea dei diritti dell’uomo. Come si può spiegare? – ha domandato Bambagioni – Copertura? Superficialità?”. Nannucci ha risposto che è una “questione di professionalità, di comprensione del ruolo, dei compiti e della funzione della magistratura. Sono da sempre critico riguardo al principio della specializzazione, che comporta il rischio della deformazione professionale. Una separazione del giudice, che tende a sentirsi dotato di poteri specialistici non censurabili dall’autorità di altri colleghi, dall’attività reale e dalla vita delle persone. Questo comporta spesso un danno al compito principale, alla funzione fondamentale anche del giudice minorile, che dovrebbe essere quella di avere un contatto personale e diretto con i ragazzi”. Un contatto personale e diretto che avrebbe potuto far emergere, “per quanto i ragazzi fossero pesantemente condizionati dall’ambiente, stando a quello che si è appreso leggendo i giornali, quella situazione di totale anomalia: l’assoluta aberrazione della cessazione dei rapporti tra i ragazzi e la famiglia d’origine che non appartiene a nessun tipo di modello educativo. Cose che, a mio avviso, chi ha svolto quella funzione per diversi anni avrebbe dovuto considerare”. Il ruolo richiede “una speciale sensibilità di attenzione all’ascolto”. Considerazioni e valutazioni “che mi sento di esprimere essendo frutto dell’esperienza direi di una vita”, ha osservato Nannucci, che ha definito il Forteto un “caso macroscopico di disattenzione”. E alla commissione regionale d’inchiesta ha riconosciuto il merito di aver ascoltato i ragazzi del Forteto: “Avete fatto quello che dovevano fare loro”. 
A precisa domanda del consigliere Jacopo Alberti (Lega Nord) ha risposto che “una delle ipotesi possibili era che ci fosse una connessione tra le vicende del mostro di Firenze e il Forteto, ma l’indagine della squadra mobile non portò a risultati”. Ha spiegato di non aver ha mai saputo “dell’esistenza di due o tre fascicoli sul Forteto, di cui vi ha parlato Giuttari. Dovete chiedere a lui”. Nannucci ha risposto anche che nell’indagine sui mandanti del mostro di Firenze tra le procure di Firenze e Perugia “ci fu un dissenso con episodi molto spiacevoli, ritenemmo che le indagini di Perugia travalicassero i confini della competenza funzionale di quell’ufficio. Il conflitto di competenze fu risolto da Genova”.
“Il contributo dell’ex procuratore Nannucci è significativo per le riflessioni che porta e le valutazioni che implica riguardo al ruolo della magistratura e alle funzioni del Tribunale dei minori in questa vicenda”, è il commento del presidente Bambagioni. Riflessioni condivise dal vicepresidente Andrea Quartini (Movimento 5 stelle). Quartini rileva inoltre come l’audizione della ex deputata Francesca Chiavacci abbia “riproposto l’evidenza della superficialità della politica, che non aveva ben guardato e non aveva capito. Quasi una fuga della politica dalle proprie responsabilità”.  
Nell’audizione di Luciano Malatesta, che ha raccontato le drammatiche vicende della sua famiglia e le testimonianze legate alle indagini sul mostro di Firenz, non sono emersi collegamenti con la vicenda del Forteto. La commissione, su proposta del vicepresidente Giovanni Donzelli (Fratelli d’Italia), chiederà l’audizione del procuratore Paolo Canessa. (s.bar)

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