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Quarta commissione

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COMUNICATO STAMPA  n. 0404

 
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Forteto: proseguono audizioni, sentito Vannino Chiti

Il senatore in commissione d'inchiesta. Nell'audizione di ieri sentiti anche l'avvocato Sibilla Santoni e i giornalisti Caroppo, Contraffatto e Mancini

 

15 marzo 2016

 

Firenze – Sono proseguite nel pomeriggio di ieri, lunedì 14 marzo, le audizioni della commissione regionale d’inchiesta sulle responsabilità politiche e istituzionali nelle drammatiche vicende della comunità del Forteto. Sono stati sentiti il senatore Vannino Chiti, l’avvocato Sibilla Santoni, i giornalisti Luigi Caroppo, Claudio Contraffattoe Marcello Mancini. Alla seduta hanno partecipato tutti i membri della commissione d’inchiesta: il presidente Paolo Bambagioni(Pd), i vicepresidenti Giovanni Donzelli(Fratelli d’Italia) e Andrea Quartini(Movimento 5 Stelle), i consiglieri Jacopo Alberti(Lega Nord), Stefano Mugnai(Forza Italia) e Paolo Sarti(Sì-Toscana a sinistra).
Vannino Chiti, presidente della Regione dal ’92 al 2000, prima di approdare a incarichi nazionali ed entrare a far parte del Senato (del quale è stato anche vicepresidente), ha ricordato di aver avuto una sola occasione di visita alla comunità del Forteto, nel corso della seconda legislatura da presidente, tra il ’95 e il ’97, con l’attenzione rivolta soprattutto alla cooperativa. “Stetti una mezza giornata, l’impressione che avevo avuto era di efficienza. Mi fu fatto presente dagli stessi responsabili della cooperativa che loro avevano anche un rapporto con il Tribunale dei minori di Firenze. Dal punto di vista culturale-ideologico ebbi l’impressione di un po’ di confusione: mi dissero che non venivano pagate le persone che lavoravano nella cooperativa, che veniva fatta una sorta di cassa comune, con una gestione un po’ simile a una comune cinese”. Sull’ipotesi di commissione d’inchiesta parlamentare: “C’era stata una richiesta anche per il Senato, ma la valutazione fu che la costituzione della seconda commissione d’inchiesta regionale rendesse superfluo un intervento del Parlamento, che si sarebbe configurato come un elemento di non fiducia in quello che aveva fatto il Consiglio regionale“.
Sulla richiesta di commissariamento della cooperativa, Chiti ha osservato, “come considerazione generale”, che “se ancora c’è una situazione di compresenza di vittime e carnefici, un commissario o qualcosa che separi va bene. Ma parlo senza conoscere approfonditamente la questione. Sedalla Regione Toscana provenissero elementi – ha risposto ancora Chiti – che richiedono al Parlamento come si possa contribuire per far sì che ci sia un futuro e non si cancelli quella realtà produttiva, e quali misure di rigore e trasparenza siano necessarie, in quel caso potrebbe esserci una collaborazione positiva tra Parlamento e Regione Toscana”.
L’avvocato Sibilla Santoni ha opposto il rispetto del segreto professionale per i casi di minori da lei direttamente seguiti. In generale, ha ripercorso i suoi rapporti con la comunità del Forteto, che in un certo periodo furono frequenti, e ha assicurato che “adesso, con tutto quello che è emerso nel processo, qualche dubbio me lo porrei, ma per quello che ho visto di persona nei periodi nei quali ho frequentato quella comunità, avrei lasciato i miei figli al Forteto”. I giornalisti Caroppo e Mancini hanno escluso di aver subito o assistito a condizionamenti, nel loro lungo percorso professionale in forza alla Nazione, affinché non si scrivesse del Forteto. (s.bar)

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