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COMUNICATO STAMPA  n. 1147

 
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Affidamento minori: in elenco Centro affidi Mugello non ci sono famiglie Forteto

In commissione d’inchiesta sentiti rappresentanti dei servizi sociali del territorio. Indagini socio-familiari su quattro famiglie affidatarie, segnalazioni alla Procura

 

19 ottobre 2012

 

Le audizioni della commissione regionale d’inchiesta sull’attività di affidamento dei minori a comunità e centri di accoglienza sono proseguite con i rappresentanti dei servizi sociali del Mugello. Nel pomeriggio di ieri, giovedì 18 ottobre, la commissione presieduta da Stefano Mugnai (Pdl), vicepresidente Paolo Bambagioni (Pd), ha sentito per la Società della Salute il direttore Massimo Principe, Merj Cai e la psicologa Angela Manna, per il comune di Vicchio Mariangela Cimarossa e per il comune di Dicomano Cristina Braschi. Erano presenti anche gli altri componenti della commissione: Maria Luisa Chincarini (Idv), Monica Sgherri (capogruppo FdS-Verdi) e Dario Locci (Gruppo misto).

Confermata la richiesta giunta ai servizi, di indagini socio-familiari su quattro famiglie affidatarie del Forteto. Le indagini sulle quattro famiglie sono state effettuate nei mesi scorsi, i servizi hanno informato la commissione di aver riportato in un caso – che è anche l’unico riguardante genitori affidatari tuttora residenti all’interno del Forteto –, a seguito dei colloqui e dell’indagine psicologica, le opportune segnalazioni alla Procura della Repubblica. È emerso inoltre che tra le famiglie inserite come idonee nell’elenco di cui si è dotato da un anno il Centro affidi non ci sono persone o famiglie che facciano parte della comunità del Forteto.

Anche da questa seduta, hanno osservato più volte i consiglieri, è emerso “un livello generale di insufficienza” di controlli, responsabilità, cura del percorso dei minori in affido, in una “eccessiva e burocratica” parcellizzazione delle competenze. “E si sono evidenziate di nuovo le carenze nei confronti del Forteto – ha osservato Stefano Mugnai –, al quale peraltro i servizi sociali del Mugello ci hanno spiegato non aver mai affidato bambini, per quanto riguarda il territorio di loro competenza, tranne in un caso. Anche in quel caso, secondo quanto ci hanno riferito i dirigenti sentiti in questa seduta, non tutto sembra sia andato come avrebbe dovuto: i minori furono affidati da un comune del territorio al Forteto, ma non si capisce come i servizi sociali possano avere individuato i genitori affidatari senza conoscerli. Ne discende la domanda su chi abbia effettivamente deciso a quali persone affidare i minori all’interno di quella comunità”.

“Il modello educativo proposto dalla comunità del Forteto non era ritenuto il più adeguato secondo gli operatori – ha detto Paolo Bambagioni –, ci è stato detto nel corso dell’audizione. Questo è un fatto rilevante che forse avrebbe dovuto far partire degli esposti. Spiace che le prese di posizione differenziate vengano fuori solo ora, quando il caso è ormai scoppiato”. (s.bar) 

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