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COMUNICATO STAMPA  n. 1163

 
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Crisi economica: il ruolo di Fidi Toscana

Il direttore generale della banca di garanzia regionale, Giovanni Ricciardi, ha illustrato le iniziative messe in atto per contrastare la fase di arretramento dell’economia. La Commissione ha chiesto correttivi su alcuni tipi di intervento

 

9 novembre 2010

 

Firenze – “Il momento difficile, per l’economia regionale, non è ancora passato”. Lo ha detto Giovanni Ricciardi, direttore generale di Fidi Toscana (la banca di garanzia della Regione), nel corso dell’incontro con la commissione Emergenza occupazionale. L’incontro, come ha spiegato il presidente della Commissione, Paolo Marini (Fed. Sin-Verdi), “ci è stato sollecitato dalle valutazioni positive, ma anche da qualche lamentela, sul ruolo di Fidi nel corso delle visite che stiamo effettuando nelle aree di crisi della Toscana”. Ricciardi ha spiegato che Fidi, in questi ultimi anni, ha attivato numerose iniziative per contrastare gli effetti della crisi economica. Tra le più importanti, sul fronte della garanzia dell’occupazione, ha citato la Misura di equità con finalità l’occupazione “che sarebbe da mantenere anche per il 2011”. In pratica si tratta di un finanziamento, erogato attraverso banche e solo a fronte della presentazione del modello fiscale F24, che permette alle imprese di erogare con continuità il pagamento delle buste paga dei propri dipendenti. “A Fidi – ha detto Ricciardi – sono pervenute 307 domande, per una richiesta pari a 83 milioni, e ne sono state accolte 194, per un finanziamento pari a 36 milioni. Questo ha permesso di garantire la continuità di stipendio a circa 2.000-2.500 occupati”. Il 50% delle richieste è arrivato da imprese di carattere industriale. Fidi ha poi ricevuto circa 7.000 domande, per finanziamenti pari a un miliardo e 600 milioni, per la Misura emergenza economica. Anche in questo caso il 50% delle domande è riferibile al settore dell’industria. “E’ un indicatore importante – ha detto Ricciardi – anche perché la metà dei finanziamenti richiesti riguarda investimenti per impianti e macchinari. C’è la voglia di innovare e, quindi, di dare futuro alla produzione”. Fidi, infine, è anche impegnata nel tentativo di dare soluzione ad alcune importanti crisi aziendali. E’ ormai in fase ultimativa il progetto di riavvio della produzione della Toscopan, in lucchesia, si sta definendo una piattaforma di soluzione per la fiorentina Isi, ed è avanzata anche la fase progettuale per trovare una via d’uscita positiva alla crisi Eaton. Ma interventi importanti ci sono stati anche per l’indotto Lucchini e per il settore della nautica. Dall’assessorato al lavoro, invece, sono giunti gli ultimi dati sulla cassa integrazione. Nel settembre 2010, rispetto allo stesso mese del 2009, la Cassa integrazione straordinaria è cresciuta del 294%, quella in deroga del 118% mentre quella ordinaria, soprattutto perché giunta a termine, è diminuita del 60%. Le aree maggiormente sofferenti risultano essere quelle di Prato, Firenze e Arezzo. Nicola Nascosti (Pdl) ha sottolineato “certe lentezze di tempi da parte di Fidi di cui si lamentano imprenditori e associazioni di categoria. L’accesso al credito è un problema e mette a rischio la sopravvivenza delle aziende”. Lo stesso problema è stato posto anche da Salvadore Bartolomei (Pdl), mentre Marina Staccioli (Lega) ha chiesto chiarimenti circa gli interventi nel settore orafo e in quello agricolo. Secondo Marco Spinelli (Pd) “è necessario non chiedere a Fidi di svolgere ruoli impropri ma di continuare a svolgere al meglio il ruolo di garanzia, anche con gli aggiustamenti del caso”. Ricciardi ha ammesso che alcuni ritardi ci sono stati, soprattutto in passato, ma ha spiegato che spesso sono imputabili al rispetto delle norme e dei regolamenti. “Di fronte a domande incomplete nelle parte dei dati – ha detto – dobbiamo necessariamente richiedere le integrazioni. Questo produce indubbiamente ritardi”. Il problema riguarda soprattutto le microimprese (il 60% delle aziende toscane è ditta individuale), che spesso hanno difficoltà a rispettare i criteri di presentazione delle domande. “Fidi per la sua parte e la politica per quanto le compete – ha aggiunto Ricciardi – devono porsi il problema di come ridisegnare il sistema economico e produttivo regionale. Serve lavorare sulle filiere e sulla creazione di rete di impresa di filiera. In questa direzione Fidi può investire”. Inoltre, Ricciardi ha chiesto che la politica “faccia un ragionamento” sul sistema bancario, le cui maglie circa l’accesso al credito risultano essere molto strette. “Sul settore orafo – ha spiegato ancora – abbiamo messo a punto un progetto con il concorso delle associazioni delle imprese. Sull’agricoltura, invece, siamo piuttosto avanti ma dobbiamo porci il problema del cambio generazionale in provincia di Grosseto”. (lm)

Responsabilità di contenuti, immagini e aggiornamenti a cura dell'Ufficio Stampa del Consiglio regionale della Toscana