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proposte di lettura

 

Feste, giochi, giostre e palii in Toscana  (Gennaio 2011)

Questo mese proponiamo libri sulle feste e i giochi in Toscana, focalizzando la scelta su documenti riguardanti principalmente feste e giochi in città;  non abbiamo trattato né il Carnevale né le rievocazioni legate alla Settimana Santa a cui abbiamo intenzione di dedicare future proposte di lettura.

Una bibliografia di libri sulle feste e i giochi in Toscana posseduti dalla Biblioteca dell’ Identità Toscana la trovate QUI.[file PDF; 100,34KB]

Tra i tanti posseduti ne abbiamo scelti diversi che qui vi proponiamo:

 

Libri su feste e giochi nella storia della Toscana

Guide e libri generali su feste civiche e giochi popolari in Toscana

Libri sul Palio di Siena

Libri sul Calcio storico fiorentino

Libri sulla Giostra del Saracino di Arezzo

Libri sul Gioco del ponte di Pisa

Libri sulla Giostra dell’orso di Pistoia

 

Libri su feste e giochi nella storia della Toscana
 

Le temps revient, 'l tempo si rinuova: feste e spettacoli nella Firenze di Lorenzo il Magnifico : Firenze, Palazzo Medici Riccardi, 8 aprile-30 giugno 1992, a cura di Paola Ventrone, Silvana, c1992. - 262 p

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Le feste e gli spettacoli nella Firenze del Quattrocento sono il campo di indagine in cui si muove il libro Le temps revient, 'l tempo si rinuova: feste e spettacoli nella Firenze di Lorenzo il Magnifico, in cui politica e arti figurative, architettura e religione, costume, musica e letteratura coesistono.
E’ la città di Firenze con le sue piazze e le sue botteghe ad essere protagonista di questo libro ricco di documenti e immagini di grande interesse storico.
Si sottolinea in particolare la dimensione simbolica delle feste come ad esempio delle divise e delle insegne della giostra cavalleresca di piazza Santa Croce oppure dei costumi della Compagnia de’ Magi che sfilava lungo la via Larga. Si tratta di simboli che afferiscono al tema dell’ascendenza cortese e feudale, al mondo classico-mitologico, alla tradizione religiosa. Feste come strumento di un disegno di egemonia e di ricerca di consenso, aspetti questi che si colgono sia nelle tradizioni popolari che nelle citazioni più colte di carattere umanistico.
Le feste urbane e gli spettacoli sono visti anche attraverso la lente di quelle arti e professioni che li hanno resi grandi quali artisti e artigiani, compagnie di canto e danza, architetti, cuochi, vinattieri, orafi, maestri d’arme e saltimbanchi.

[Daniela Vannini]

Le feste in Toscana tra Medioevo ed età moderna, Pistoia, Società pistoiese di storia patria, 1987. - 15 p

Il libro di Franco Cardini analizza le feste in Toscana per tipologia e le raggruppa in tre grandi periodi storici: quello delle libertà comunali in cui l’integrazione civica era molto forte, quello dei regimi oligarchici dove si impone la festa cavalleresca (giostra e torneo) e infine quello del granducato e delle oligarchie locali che suddivideva le feste in cerimonie di corte e solennità cerimoniali pubbliche di piazza.
Fa da sfondo all’analisi delle feste toscane di Franco Cardini la Toscana tra il Duecento e il Cinquecento.
Punto di partenza dello studio dello storico è l’idea di festa da un lato come momento alto, intenso e di integrazione, dall’altro come prova di potere e differenza di ruoli. Festa come specchio di chi detiene il potere e di chi governa. In altre parole, studiare la festa significa anche decodificarne il significato, il messaggio che ci sta dietro individuandone i canali e i meccanismi.
Cardini procede ad una suddivisione delle feste in tipi fondamentali, tenendo conto degli elementi folklorici e di quelli a carattere politico e culturale, come ad esempio le feste di partecipazione collettiva istituzionalizzate o occasionali, quelle legate a una corporazione professionale, le feste di carattere familiare o di tipo cortese-cavalleresco. Poi si sofferma sulla funzione della festa intesa sia come sospensione di un tempo “consueto” che teatralizzazione delle istituzioni e del potere.

[D.V.]

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Col senno, col tesoro e colla lancia : riti e giochi cavallereschi nella Firenze del Magnifico Lorenzo di Lucia Ricciardi, presentazione di Franco Cardini, Firenze, Le lettere, c1992. - 254 p

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E’ sempre la Firenze delle giostre, dei balli, delle armeggerie e delle feste cavalleresche ad essere in primo piano anche in questo libro. E' in particolar modo sugli aspetti meno voluttuosi e luccicanti del Rinascimento fiorentino che si sofferma l’autrice, sul dark side di un’epoca fatta di feste sontuose, tornei e solenni celebrazioni che in realtà nasconde ancora retaggi gotici e in cui Ricciardi intravede le fila di un piano di potere con le contraddizioni, le sue mistificazioni e la sua violenza.
Il libro in maniera attenta e minuziosa intende far luce su queste zone d’ombra spesso trascurate dell’età laurenziana e descrive un Lorenzo Il Magnifico enigmatico, alius et idem, ovvero sempre differente e tuttavia uguale, in cui alla dimensione cavalleresca si innesta quella dello statista, del mecenate, del finanziere e dello scrittore. Tra i temi toccati c’è quello della dignità e dell’onore cavalleresco e del suo significato nel contesto fiorentino, del Saladino cavaliere e della nascita della brigata.
Tornando al fasto cavalleresco, il libro descrive forme e tipi di cerimonia che riecheggiano i lontani splendori d’Oriente soffermandosi sulle feste dell’aprile 1459 con la giostra in piazza Santa Croce e il ballo del Mercato Nuovo chiudendo con la giostra del 1475.

[D. V.]

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Il tempo liberato : feste e svago nella città di Francesco Datini di Giampiero Nigro, Prato, Istituto internazionale di storia economica F. Datini. Azienda di promozione turistica Prato, stampa 1994. - 263 p

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Antico almanacco fiorentino, 1. Feste, giochi e tradizioni popolari della vecchia Firenze a cura di Firenze informa, storia tradizioni e cultura. - Firenze : Media point

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Pone l’accento sul concetto e sull’uso del tempo libero e dello svago il libro di Giampiero Nigro, Il tempo liberato: feste e svago nella città di Francesco Datini. Tempo di trasgressione o tempo di preghiera, entrambe rimandavano all’idea di un ‘tempo liberato’ che traduceva nella società medievale un bisogno di fuga fino a divenire, alla fine del Trecento, sinonimo di “consolazione” in cui il piacere o lo svago venivano sentiti in maniera nuova: non più come momento di natura peccaminosa ma un’affermazione della propria libertà.
Il tempo libero come rete di relazioni e rapporti cittadini che animava il tempo e muoveva “i denari pubblici e privati” fino a contaminare il paesaggio urbano è quello indagato da Nigro che si concentra poi sulla città di Prato fra il Trecento e il Quattrocento tracciando un affresco della società borghese e mercantile in cui l’uso del tempo libero era in continua evoluzione.
Di approccio diverso lo studio di Addobbati che affronta il tema del gioco e della festa sotto il profilo sociologico e antropologico confermando la poliedricità semantica del gioco come confronto piacevole, distrazione dalle preoccupazioni, strumento spontaneo di stare insieme, manifestazione di libertà e creatività ma anche competizione aggressiva.
L’autore fornisce un’analisi attenta della società toscana governata dai Lorena partendo da una chiave di lettura diversa che mette a fuoco il conflitto sociale, la dinamica produttiva e la ricchezza, soffermandosi in particolare sulle origini di alcune manifestazione come il “gioco del Ponte” a Pisa. Il libro, infatti, traccia la storia sociale del gioco nella Toscana del Settecento mettendo in evidenza le implicazione sociologiche del gioco.
E’ un libro leggero e divertente l’Antico almanacco fiorentino che, seguendo il calendario, passa in rassegna spettacoli pubblici e privati, feste religiose e popolari che scandivano la vita della Firenze che fu.
Dai Befanotti carichi di doni al Carnevale fiorentino, dalla festa di San Giuseppe al Capodanno del 25 marzo degli antichi fiorentini, dalla corsa dei Cocchi fino al Natale chiamato anche “Il Ceppo”. Tra il sacro e il profano, il libro fa rivivere quei momenti di sfarzo, gaiezza e brio popolano, propri del temperamento fiorentino, che accompagnavano mascherate, tornei e feste del passato.

[D. V.]

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Narrazione delle feste fatte in Firenze nel maggio 1887 per lo scoprimento della facciata di S. Maria del Fiore e del 5. centenario dalla nascita di Donatello di Aurelio Gotti, Firenze, S. Landi, 1890. - 214 p

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Il libro del letterato toscano Aurelio Gotti è un resoconto puntuale e rigoroso delle feste che si svolsero nel maggio del 1887 in occasione dello scoprimento della facciata della chiesa di Santa Maria del Fiore e del quinto centenario dalla nascita di Donatello, supportato da lettere, relazioni e discorsi ufficiali tenuti da personalità istituzionali, della cultura e della Chiesa fiorentina, basti citare la lettera dedicatoria del marchese Pietro Torrigiani, senatore e sindaco di Firenze che apre la pubblicazione.
E’ un discorso dal taglio quasi giornalistico quello scelto dall’autore che annota e racconta in modo particolareggiato, da vero cronista, i preparativi e le celebrazioni delle feste legate a questi due avvenimenti, di cui viene riportato il programma, ma anche il trasporto solenne delle ceneri di Giovacchino Rossini nel tempio di Santa Croce, il ballo storico in Palazzo Vecchio e il corteggio storico. E’ la voce di chi quegli eventi l’ha vissuti in prima persona.
Il libro rappresenta un documento storico importante proprio per le voci dell’epoca che registra e per tutte le informazioni che ci tramanda utili per chiunque voglia approfondire l’argomento.

[D. V.]

 

La festa e il gioco nella Toscana del settecento / Andrea Addobbati. - Pisa : Plus, 2002. - 316 p., [4] c. di tav. : ill.

Il tema sviluppato nel libro è quello della storia sociale del gioco nella Toscana del XVIII secolo. La questione del gioco, per le sue implicazioni morali, fornisce all’autore una prospettiva inedita attraverso cui esaminare gli sforzi operati dalla dinastia lorenese per modificare i costumi della società toscana, sforzi che culminarono nel tentativo di riforma religiosa promossa da Pietro Leopoldo e Scipione de Ricci. La moralizzazione e il controllo governativo delle feste civiche già avviato in epoca medicea, si accentua e muta di carattere con i provvedimenti leopoldini della seconda metà del XVIII secolo, dettati da preoccupazioni essenzialmente etico-religiose oltre che politiche e di ordine pubblico. “Condannate in nome della morale e perseguitate dagli apparati posti a tutela dell’ordine pubblico e religioso, le forme più libere di sociabilità comunitaria andarono incontro nell’età moderna a profonde trasformazioni. Da una parte si assistette a un fenomeno di mercificazioni dello svago, con l’importanza crescente assunta dai giocatori di professione, tali gli attori, gli acrobati i giocolieri, il che produsse automaticamente il pubblico nella passività dello spettatore. Dall’altra si registrò una crisi dei giochi civici e in generale di tutte le espressioni della comunità organica...[p.14]”
Tra i giochi rituali popolari l’autore prende in esame in particolare il gioco del Ponte di Pisa. Attraverso l'uso di categorie antropologiche, egli chiarisce tappe e significati della riforma di questo gioco imposta dal potere centrale e spiega come il controllo del gioco finì per stravolgerne la fisionomia aristocratica in senso più "borghese" e popolare e soprattutto per svuotarlo degli elementi di identità civica e di violenza "bellicosa" trasformando la partecipazione attiva in spettacolo passivo.
La seconda parte è dedicato al gioco inteso nella sua dimensione non rituale e festiva, ma individuale e privata in particolare giochi di carte e di azzardo.
 

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Libri e guide generali su feste civiche e giochi popolari in Toscana

Toscana rituale : feste civiche e politica dal secondo dopoguerra, a cura di Aurora Savelli, Ospedaletto (Pi), Pacini, c2010. - 311 p.

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La politica fa festa in palio c’è il potere: Nel dopoguerra la ricostruzione parte dalle piazze. E dalle tradizioni. Protagonisti i sindaci,tutti di sinistra. Alla ricerca di una storia comune.
Palii, giostre, calcio storico, non c’è città in Toscana, che non abbia la sua festa civica, la sua competizione tra contrade o rioni. Alla loro valenza politica e al loro recupero, all’indomani della seconda guerra mondiale, è dedicato Toscana rituale, un volume curato da Aurora Savelli che contiene gli Atti del convegno svoltosi al Vieusseux a giugno del 2009. A quelle giornate di riflessione partecipavano studiosi del Centro interuniversitario di ricerca sulla storia delle città toscane . Insieme hanno prodotto 300 pagine, in cui i giochi storici del dopoguerra, in una regione allora a forte vocazione comunista, vengono presentati come momenti di riappropriazione dell’identità, solo in apparente continuità con quanto avveniva nel Ventennio. A firmare i contributi sono la stessa Savelli che scrive sul Palio, Matteo Mazzoni che si concentra sul calcio storico a Firenze, Andrea Addobbati che si concentra sul Gioco del Ponte a Pisa, Claudio Rosati che parla della Giostra dell’Orso a Pistoia, Luca Berti che si occupa della giostra del Saracino ad Arezzo. E ancora Paolo de Simonis che ragiona sul Diotto di Scarperia, Fabio Mugnaini che lavora sulla festa di Torrita di Siena, Simonetta Michelotti che si interroga sul Palio di Castel del Piano, Marco Zucchini che scrive sulla festa di Prato e Alessio Fiorillo che conclude con il Bravìo di Montepulciano. La presentazione è di Marcello Verga, l’introduzione, di cui pubblichiamo alcuni stralci, alla stessa Savelli:
‹‹ Chi lavora sugli anni dell’immediato dopoguerra a Siena si imbatte di frequente in documenti che testimoniano un’effervescenza festiva diffusa, toscana e non solo. Nel 1951 ad esempio si ricordavano … oltre alla Giostra del Saracino, al Gioco del Ponte e al Calcio in costume, La giostra dell’Orso a Pistoia, la Giostra della Quintana a Foligno, un'altra Giostra del Saracino a Sarteano, nientemeno che un palio tradizionale a Roccatederighi ...Le città toscane, appena uscite dal secondo conflitto mondiale si osservano l’un l’altra, registrando progressi e cambiamenti delle feste del campanile vicino. Siena, in particolare è guardinga e al contempo in iperattività; un gruppo poco strutturato di vivaci Amici del Palio, si incontra, legge, e commenta con preoccupazione per il primato senese, articoli che raccontano di come, in mezzo alle macerie e alle devastazioni prodotte dalla guerra, si inventassero nuove feste o venissero rilanciate quelle già in auge sotto il fascismo…
Il festivo urbano del periodo della ricostruzione ci appare popolato di attori e soggetti dissonanti e disarmonici, tutt’altro dunque che un gruppo omogeneo per cultura status e collocazione politica. Valga per tutti l’esempio del sindaco comunista di Pistoia che lavora gomito a gomito per la Giostra dell’Orso insieme a un nucleo di goliardi; o del sindaco senese (anche lui comunista) che d’intesa con l’aristocratico rettore del Magistrato delle Contrade riesce a condurre in porto il varo di un nuovo Regolamento per il Palio nel 1949. Attori disarticolati… che operano tenendo al centro del loro agire piuttosto che lo scenario nazionale i loro cittadini e le loro città, e la proiezione all’esterno della loro immagine.
Tutte le città sono assillate dai problemi della ricostruzione. A Pisa si decide di fare il Gioco del Ponte senza il Ponte di Mezzo bombardato, costruendo un ponte di legno in uno stadio. A Firenze i costumi del Calcio storico sono stati rubati negli anni della guerra…A Pistoia chi assiste alla Giostra dell’Orso si trova davanti a una sorta di evento a tinte tragicomiche. Trovare le risorse necessarie all’organizzazione della festa appare dunque impresa che rivela una determinazione la cui scoperta ci sembra necessario sottolineare…
Secondo l’antropologa Sydel Silverman notabilati locali politicamente vicini al centro-destra avrebbero giocato un ruolo di primo piano, avvalendosi di un armamentario retorico ben rodato in periodo fascista che contrapponeva il sentimento della civica religio alla logica conflittuale degli interessi di classe. Da qui l’insistenza sull’orgoglio cittadino; la mitizzazione di un passato medioeval-rinascimentale e la conseguente attualizzazione di quell’orizzonte lontano attraverso costumi e parate storiche; da qui le politiche di sostegno alla festa rappresentata come festa di tutti… contrapposta a quella che si definisce ‹‹ dell’Unità›› ma vuole essere ed è di una parte sola…››
Per stare nel solco delle questioni di Silvermann, si è cercato di dare un profilo ai protagonisti del rilancio della festa , centrando l’attenzione su sindaci, movimenti e uomini politici, gruppi formali o informali che operano in tale direzione. Anzitutto Siena, Firenze, Pisa, Pistoia sono governate da sindaci comunisti; Arezzo ha un sindaco socialista…Sindaci del PCI giocano un insospettabile ruolo propulsivo arrivando come accade a Pistoia, a chiedere alla polizia municipale di far compilare una lista di persone in buone condizioni economiche cui chiedere sostegno finanziario per la Giostra. A Firenze è al sindaco Mario Fabiani che deve essere attribuita la spinta decisiva alla ripresa del Calcio…Renzo Milani scarperiese d’adozione, assai attivo nel partito comunista, è il motore primo del Diotto. Più complessa la situazione aretina , dove è soprattutto la Camera di Commercio a chiedere la ripresa nel 1948 della Giostra del Saracino e dove semmai risalta, per questi anni, la fragilità della base sociale della festa…
Difficile dire fino a che punto queste feste toscane siano una conseguenza della volontà del partito di uscire da una dimensione elitaria per calarsi nel tessuto vivo della società: un’affermazione che sottoscriverei senz’altro… Siamo davanti a una volontà politica che più che aderire ad un ethos festivo già presente nel corpo sociale, di quest’ultimo vuole ricomporre le divisioni e il disordine, ristabilendo un tessuto connettivo attraverso la festa, mediante il richiamo a una storia comune tanto più efficace sul piano della coesione sociale quanto più lontana nel tempo…

[dal Corriere fiorentino del 27/06/2010]

 

Le feste di Firenze : dalla candelora a berlingaccio, dal palio di San Giovanni al calcio fiorentino, dallo scoppio del carro al calendimaggio, un viaggio pittoresco attraverso i giochi, le festività, le ricorrenze tradizionali di questa bellissima città di Luciano Artusi, Silvano Gabbrielli, Roma, Newton Compton, c1991. - 312 p

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Il corteggio storico ed il ballo spiegati al popolo : programma delle feste, stampa 1887 (Firenze : Stianti). - 15 p.

Luciano Artusi ci guida in un percorso avvincente e suggestivo fatto di stupore e arguzia, sfarzo e operosità, bellezza e potere in cui, spesso, nobili e umili si ritrovano e condividono momenti sacri e ludici. Il libro è una guida completa che elenca in ordine cronologico e in maniera dettagliata le feste e i giochi più caratteristici della città di Firenze ma anche mascherate, caroselli, cacce, tornei, investiture dei cavalieri che fanno parte del cultura fiorentina e del modus vivendi dei fiorentini.
Alle feste religiose, in passato molto numerose, accompagnate da funzioni sacre, prediche, processioni e rappresentazioni di avvenimenti sacri, vengono affiancate feste civili con mostre, fiere, mercati, fuochi d’artificio, danze e rappresentazioni profane.
E’ un calendario fitto di avvenimenti festivi a sfondo religioso e non a cominciare da gennaio che si apre con la festa di Capodanno, l’Epifania e la festa di San Sebastiano il 20 gennaio, per proseguire con la Candelora di Febbraio, Sant’Agata e il Carnevale, San Giuseppe, lo Scoppio del Carro, la festa del Grillo e la giostra del Saracino a maggio, ma sicuramente la più festeggiata e amata dai fiorentini è sempre stata quella di San Giovanni a giugno.
Il libro propone una piacevole carrellata di feste, fiere e giochi che caratterizzano la città di Firenze portandoci alla riscoperta di antiche tradizioni.
E’ invece un piccolo opuscolo di carattere divulgativo Il corteggio storico ed il ballo spiegati al popolo : programma delle feste, pubblicato a fine Ottocento. La pubblicazione in un linguaggio semplice e immediato spiega come funziona il governo fiorentino, la magistratura descrivendo dettagliatamente gli usi e i costumi di Firenze nel Trecento. Di particolare interesse è la sezione dedicata alla storia del ballo, ai tornei e alle giostre.

[D. V.]

Gioco, giostra, palio in Toscana (antiche rievocazioni storico-popolari della regione Toscana) / Luciano Artusi, Silvano Gabbrielli. - Firenze : SP44, 1978. - 287 p., [64] c. di tav. : ill.

La guida del 1978 di Artusi e Gabbrielli descrive sedici giochi ( vedi elenco nell’indice) che si svolgono in ogni parte della Toscana L’intento che i due autori si proposero fu quello di mettere insieme e raccontare le antiche feste cittadine i cui contenuti, sacri, profani, civili o militari avessero però un comune denominatore perché rievocate con i costumi dell’epoca a cui si ispirano con intimi legami storici, nella convinzione che di giochi con queste caratteristiche nessuna regione può vantarne come la Toscana.
Ad ognuno di questi giochi il libro dedica quasi sempre almeno venti pagine dove vengono descritte le origini storiche e le regole del gioco; in alcuni casi si parla di qualche edizione memorabile del gioco narrato; per alcuni giochi viene riportato l’albo delle vittorie. Disegni di stemmi, e soprattutto fotografie d’epoca accompagnano il testo.

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Toscana di festa in festa : un pittoresco itinerario fra giostre, disfide, giochi e palii, Luciano Artusi, Enrico Roncaglia, Firenze : Polistampa, c2006. - 237 p. : ill.

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Trentanove (vedi elenco nell’indice) sono invece le feste descritte nel libro di Artusi e Roncaglia del 2006. Accanto alle manifestazioni conosciutissime come la giostra del Saracino di Arezzo, il Calcio storico fiorentino o il Palio delle contrade di Siena, figurano nel libro anche quelle meno note come la Disfida della Ciarpa di Capoliveri, il Balestro del Girifalco di Massa Marittima il Palio dei somari di Torrita, o la Giostra della Stella di Bagno a Ripoli, un gioco in costume, quest’ultimo, inventato nel 1980 per vivacizzare il paese e di anno in anno sempre più seguito ma che non può vantare fonti storiche sicuramente accreditate. Ad ogni gioco sono dedicate dalle tre alle dieci pagine, precedute da una di descrizione del paese o della città che ospita il gioco. Il libro è corredato dai disegni degli stemmi a colori e da numerose foto sempre a colori delle più recenti edizioni dei giochi.

 

Toscana in festa : guida alle rievocazioni storiche e manifestazioni folkloristiche in città e paesi / Riccardo Gatteschi. - Firenze : Bonechi, 1971. - 159 p. : ill.

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Feste per un anno : guida al folclore toscano, Riccardo Gatteschi, Firenze, Giunti ; Unicoop, 2000. - 143 p. : ill.

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Oltre 220 sono le feste che descrive Riccardo Gatteschi nel libro del 1971 raggruppate per provincia, con l’intenzione di informare un pubblico alla ricerca di impressioni vive, dirette, inedite. Non solo rievocazioni storiche, palii o giostre ma anche sagre gastronomiche e feste dei santi patroni. Non tutte naturalmente quelle che si svolgevano agli inizi degli anni ‘70 in Toscana, ma quelle che Gatteschi considerò degne di essere viste, degne di una gita. Il libro è infatti concepito quasi come guida turistica: per ogni gioco o manifestazione viene fornita una scheda sulla storia del luogo col racconto di vari aneddoti, una scheda sulla festa e una scheda su cosa vedere di artistico e monumentale nei luoghi della festa.
Trent’anni dopo Gatteschi è tornato ad occuparsi di feste toscane in un libro dall’impostazione e dai contenuti assai diversi con Feste per un anno: guida al folclore toscano. Nella prima parte di questa più recente guida le feste sono raggruppate secondo il calendario evidenziando quelle della Befana, del Carnevale, le burle del 1° aprile, la rievocazione della battitura, le feste del perdono, la raccolta delle castagne, le feste del vino e quelle dell’olio, ed infine il presepe. Nella seconda parte vengono invece descritte quaranta feste di 34 località toscane (vedi l’indice) presentate in ordine alfabetico di luogo.

 

Feste popolari in Toscana, Giunta regionale toscana-Dipartimento istruzione e cultura,Firenze : Giunta regionale toscana, 1983, 157 p. + tav

E’ la raccolta dei dati del censimento che il Dipartimento Istruzione e Cultura della Regione Toscana realizzò nel 1981. Furono censite 470 feste accompagnate da una scheda telegrafica indicante il nome della festa, la località, la data, e il senso dell’avvenimento. Le risposte al senso dell’avvenimento sono però veramente troppo telegrafiche per essere ben interpretate. Le brevi pagine di accompagnamento ai dati danno conto di questa carenza : il censimento fu redatto infatti nella prospettiva della realizzazione di filmati o videocassette della durata tra i 90’’ e i 5’-7’ minuti in cui delimitare il nocciolo della festa, i suoi punti salienti, il senso appunto dell’avvenimento. La realizzazione di tali film fu affidato dalla Regione Toscana al Centro Flog – Tradizioni popolari di Firenze (nella prospettiva della nascente Mediateca regionale). Nel libro interessanti foto tratte dal lavoro di documentazione audiovisiva realizzato da tale Centro.

 

La memoria in gioco : rassegna di giochi storici toscani / a cura di Marcello Tarì. - Firenze : Regione Toscana, 2003. - 93 p. - Suppl. al n. 1/2003 di Culturae : l’informazione sulle politiche culturali della Regione Toscana

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In anni recenti la Regione Toscana ha promosso la pubblicazione Rassegna di giochi storici toscani curata dall’antropologo Marcello Tarì. Sono 32 (vedi l’indice) i giochi presentati e analizzati in una sintetica scheda descrittiva, con l’assenza del Palio di Siena, un gioco forse troppo complesso e originale per essere ricondotto almeno in questa pubblicazione nella categoria dei ‘giochi storici’. Interessante il saggio introduttivo di Tarì in cui tra altro si evidenzia come nei giochi storici toscani ci siano elementi comuni, il riferimento temporale prima di tutto che spazia dal tardo medioevo al Rinascimento e la regola costitutiva di tutti i giochi: ci sono cioè differenze interne alla città o al paese (contrade, rioni, quartieri, terzieri) che si devono misurare tra loro. Secondo Tarì la specificità dei giochi storici in Toscana sta nell’invenzione di un modello di democrazia possibile che essi esprimono: “differenza e unità, disunione e comunità, conflitto e democrazia vanno assieme e definiscono lo spirito del gioco”

 

Feste e tradizioni popolari della Toscana : eventi, manifestazioni e ricorrenze del folclore, dalla Lunigiana alla Maremma, dalla valle del Bisenzio a quella dell'Orcia di Marco Ferri, Roma, Newton Compton, 2006. - 319 p.

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Quanti tornei si svolgono in Toscana? e quanti sono i palii e i falò? quando e dove hanno luogo?
A queste, e a tante altre curiosità tenta di rispondere il giornalista Marco Ferri nel suo libro, Feste e tradizioni popolari della Toscana : eventi, manifestazioni e ricorrenze del folclore, dalla Lunigiana alla Maremma, dalla valle del Bisenzio a quella dell'Orcia.
E’ un viaggio entusiasmante intorno alle tradizioni popolari della Toscana che tocca vari aspetti della festa popolare e religiosa in cui passato e presente, fantasia e realtà s’intrecciano.
Il libro, infatti, descrive con grande sagacia i caratteri, lo svolgimento, le origini storiche e i vari aggiustamenti intervenuti nel tempo di ogni singolo evento di carattere collettivo riuscendo abilmente a mantenere sempre alta l’attenzione del lettore.
Attraversando colline, antichi borghi e nuove periferie della Toscana, l’autore ci regala un panorama davvero ricco e accurato della storia popolare toscana attingendo a racconti e credenze, fatti e vicende che affondano le radici in un lontano passato.
Si tratta di un vero e proprio almanacco che passa in rassegna, seguendo i mesi dell’anno, ben 330 manifestazioni che coinvolgono tutte le province toscane.

[D. V.]

Vita in Toscana : feste, riti, usanze, tradizioni popolari, Bergamo, Walk Over, c1981. - 267 p.

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E’ la Toscana di Dante, di Boccaccio e dei Medici a rivivere nelle pagine del libro Vita in Toscana : feste, riti, usanze, tradizioni popolari, un reportage di ampio respiro che documenta, anche in questo caso in modo divulgativo, con l’aiuto di immagini suggestive la storia della tradizione folcloristica della Toscana. A differenza delle altre pubblicazioni considerate in questo elenco, lo studio proposto in questo libro segue due moduli: il ciclo dell’anno, il calendario, e il ciclo della vita, cioè dell’esistenza umana come la nascita, il fidanzamento, il matrimonio e la morte.
Il libro si concentra non tanto sulla genesi e sulla descrizione delle feste più conosciute quanto sul concetto di memoria e identità che dalla tradizione popolare emerge, su un modo di vivere e sentire umano di una regione così variegata come la Toscana con i suoi usi e tradizioni, riti e credenze.
La Toscana che viene descritta qui non è solo quella festaiola, idillica e campestre ma anche quella pensatrice, fantastica e scaramantica a cui si è ispirato Boccaccio per i suoi racconti. E quindi, accanto alle feste, ai tornei, alle fiere, ai palii e alle sfilate ci sono racconti fantastici, proverbi, canti popolari e antichi stornelli, ma anche ricette di cucina che suggeriscono un modo di essere e di pensare d’altri tempi ma anche un forte legame con la propria terra e le proprie tradizioni.
La magia del passato ritorna attraverso queste espressioni concrete e reali di un patrimonio culturale che ci appartiene, legato alla vita e al rapporto con la natura, con gli usi e i costumi popolari.

[D. V.]

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Libri sul Palio di Siena

Non descriveremo qui come si gioca il Palio delle contrade perché è conosciuto da tutti - la televisione lo porta ogni anno nelle case degli italiani – e d’altronde il fenomeno palio è molto complesso, è molto più di un gioco.
La produzione di studi sul Palio di Siena è vastissima e ciò che possiede la Biblioteca dell’identità toscana (vedi Bibliografia) rappresenta solo una ben piccola parte di questa produzione. Il palio di Siena è probabilmente l’evento folkloristico più studiato e discusso. Negli ultimi anni le stesse contrade si sono fatte promotrici di pubblicazioni finalizzate a promuovere e conservare la loro storia, il loro ruolo di protagoniste della società senese e di quello più propriamente legato alla manifestazione che si tiene due volte all’anno (il 2 luglio si corre il Palio di Provenzano, il 16 agosto il Palio dell’Assunta)

 

Tesori e memorie di contrada. - Siena : Sd Siena Distribuzione, 2008. - 18 v.

Tra le operazioni editoriali per la promozione del Palio di Siena non possiamo esimerci dal citare la collana “Tesori & Memorie di Contrada”, curata da Mario Appiani con la collaborazione di Simonetta Losi, Giorgio Petreni, Roberto Petreni e Senio Sensi. Collana edita da Sd Siena Distribuzione.
Si tratta di 18 volumetti cartonati che ripercorrono la storia delle 17 contrade con un contributo finale intitolato “Miscellanea di Palio”, una sorta di compendio sulle vicende del Palio dalle origini ai nostri giorni. Un capitolo di rilevante interesse è quello sugli archivi delle contrade, da lì si parte per scoprire ad esempio che in passato esistevano altre contrade come quella della Quercia o del Leone. Dalle carte conservate possiamo conoscerne i loro stemmi e colori, il loro protagonismo nel contesto della festa più antica e famosa d’Italia.
Per chi volesse rivivere i momenti salienti del Palio senese attraverso le immagini, consigliamo di partire da questi 18 volumi e da lì inoltrarsi, grazie alle bibliografie di riferimento, nella selva delle centinaia e centinaia di libri al Palio dedicati.

 

Siena : il popolo e le contrade, 16.-20. secolo, Aurora Savelli. - Firenze : Olschki, 2008. - XXIII, 533 p., [32] p. di tav. : ill.

Per approcciarsi allo studio del Palio di Siena tappa obbligata è dal 2008 lo studio di Aurora Savelli – una tra le maggiori studiose della festa senese – che con il suo recente Siena: il popolo e le contrade (XVI-XX secolo) ci offre un approccio non esclusivamente folkloristico alla manifestazione ma piuttosto storico-sociologico. Il libro ci mostra come il Palio abbia avuto sia in passato che in età contemporanea un importante ruolo anche politico; non vi sono stati governi della città che non dovessero tenerne di conto, trattando spesso le contrade come veri e propri partiti satellite a cui far riferimento in merito a scelte determinanti.
Il volume della Savelli è un vero e proprio affresco della Siena dal ’500 al ventesimo secolo: attraverso le oltre 500 pagine ci viene mostrato, da una nuova prospettiva – quella appunto che parte dalle vicende delle contrade – gli avvenimenti che hanno attraversato la storia di Siena.

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Segnalazione

I libri sul palio di Siena con la collaborazione di Roberto Filiani

interessante e vasta bibliografia dei libri posseduti dalla Biblioteca degli Intronati di Siena, che parte dai libri editi prima del 1945 e arriva ad oggi, commentata e illustrata con le copertine; la bibliografia si trova all'interno del sito www.ilpalio.org : il Palio cronache, notizie e statistiche sul Palio di Siena (sito non profit composto da oltre 5000 pagine, autorizzato dal Consorzio per il Palio di Siena). 

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Libri sul calcio storico fiorentino

Descrizione del gioco

Il Calcio Storico Fiorentino, chiamato anche Calcio in livrea o più comunemente oggi Calcio in costume, rappresenta un’antica tradizione tuttora radicata e legata alla vita della città di Firenze. E’ considerato da molti come il padre del gioco del calcio anche se nei fondamentali ricorda il rugby. Il regolamento del gioco in vigore nel tardo Cinquecento, scritto da Giovanni de’ Bardi, ha subìto notevoli mutamenti nei secoli anche se tutt'oggi si cerca di ricalcarne, almeno a grandi linee, le regole fondamentali. Le partite hanno una durata di cinquanta minuti e si disputano su di un campo rettangolare ricoperto di rena; una linea bianca divide il campo in due quadrati identici e sui due lati del fondo viene montata una rete sovrastante la palizzata che circonda l'intero perimetro di gioco. Le zone preferite per giocare restavano le grandi piazze della città; in particolare erano quattro i campi di gioco preferiti dai fiorentini: piazza Santo Spirito, piazza Santa Maria Novella, il "Prato"(nell'ampio spazio presso la omonima porta) e piazza Santa Croce che veniva considerato, dopo i fatti del 1530, il campo più prestigioso, dove appunto si svolgevano le partite di grande importanza e dove tuttora viene giocato il Torneo dei Quattro Quartieri. Su questo terreno si affrontano due squadre composte da ventisette calcianti per parte, che si dividono nei seguenti ruoli: quattro Datori Indietro (portieri), tre Datori Innanzi (terzini), cinque Sconciatori (mediani), quindici Innanzi o Corridori (attaccanti). Al centro della rete di fondo viene montata la tenda del Capitano e dell'Alfiere che hanno il compito di intervenire nelle risse per pacificare gli animi dei propri calcianti. L'incontro viene diretto dal Giudice Arbitro, coadiuvato da sei Segnalinee e dal Giudice Commissario che risiede però fuori campo. Al di sopra di tutti c'è Il Maestro di Campo che sorveglia lo svolgersi regolare della partita e interviene per ristabilire l'ordine e mantenere la disciplina in caso di zuffe sul terreno di gioco. Lo scopo del gioco, per le due squadre rivali, consiste nel cercare di portare il pallone fino al fondo del campo avversario e depositarlo nella rete segnando così la "caccia" (goal). È importante tirare con molta precisione poiché qualora la palla finisse, in seguito ad un tiro sbagliato o ad una deviazione dei difensori, al di sopra della rete, verrebbe assegnata la segnatura di mezza caccia in favore dell'avversario. Ad ogni segnatura di caccia le squadre si devono cambiare di campo. La vincitrice sarà la squadra che al termine dei 50 minuti di gioco avrà segnato il maggior numero di cacce.
 

Il Corteo della Repubblica Fiorentina : l’assedio e il calcio fiorentino 1529-30, testi di Luciano Artusi e Riccardo Semplici ; a cura di Luca Giannelli, Firenze, Scramasax, c2002. - 141 p. : ill.

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Il Calcio storico fiorentino, di Luciano Artusi, Silvano Gabbrielli e Felice Vaccaro, Firenze , Copexa, 1976. - 134 p. : ill.

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L’antico gioco del calcio in Firenze, di Luciano Artusi e Silvano Gabbrielli, Firenze, Sansoni, c1971. - 224, [8] p. : ill.

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Calcio storico fiorentino ieri e oggi / Luciano Artusi, Silvano Gabbrielli. - Nuova ed. - [Firenze] : Calcio storico fiorentino ; Comune di Firenze, 1986. - 286 p. : ill.

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Le documentazioni sul Calcio in costume sono numerose, qui ne segnaliamo quattro, tutti scritti o con contributi di Luciano Artusi e di Silviano Gabbrielli. E' proprio grazie alla loro passione per la storia di Firenze e del suo “gioco” che oggi abbiamo la possibilità di approfondire e conoscere al meglio questo argomento.
Nel 1971 esce il libro di Luciano Artusi e Silvano Gabbrielli, L'antico gioco del calcio di Firenze, che, oltre a delineare le caratteristiche del Calcio e del Corteo, è impreziosito da foto storiche e da stampe di Bandiere e Stemmi. L'opera è divisa in due parti: nella prima parte viene focalizzato il gioco vero e proprio, dalle origini all'attuale svolgimento; nella seconda parte vengono descritte le componenti che formano il Corteo storico, come le armi in dotazione ai singoli gruppi, le insegne, i costumi e le istituzioni civili, politiche e militari che tanta importanza ebbero nella vita stessa di Firenze.
Cinque anni dopo, nel 1976, viene pubblicato un secondo libro di Luciano Artusi, Silviano Gabbrielli e Felice Vaccaro: Il Calcio Storico Fiorentino, che ripercorre in maniera similare la linea della precedente opera. Al suo interno sono presenti infatti, oltre alla storia del calcio e alle particolarità del corteo della Repubblica, molte foto degli anni '30 e alcune più recenti, con l'aggiunta di una piccola descrizione cronologica delle partite più celebri dal 1490.
A quindici anni dalla pubblicazione dal primo volume, Luciano Artusi e Silvano Gabbrielli, a dimostrazione dell'amore e dell'interesse che legano gli autori alla propria città e al suo gioco, tornano a scrivere sul Calcio Storico Fiorentino. Calcio Storico Fiorentino Ieri e Oggi, edito nel 1988, è un'opera più completa rispetto alle precedenti e più ricca di immagini e descrizioni dettagliate. La prima parte del libro è un tuffo nel passato, gli autori partono dalle origini del gioco, dal suo antico regolamento fino alle partite e ai calcianti passati alla storia. La seconda parte è invece dedicata alle Insegne della Repubblica Fiorentina, ai quartieri, alle Corporazioni di Arti e Mestieri, agli Uffici e alle Magistrature, che rappresentano gli attori principali del Corteo e che costituivano la struttura portante della vita economica e sociale della Repubblica Fiorentina. Nella terza parte del volume gli autori descrivono il risveglio della tradizione che si ebbe dal 1930 fino a un passato recente, che coincide con l'uscita del libro. Il Calcio Storico e il Corteo della Repubblica, con i suoi personaggi e i loro ruoli, sono visti come un rinverdire di un glorioso passato, unico al mondo, capace di portare ancora lustro a Firenze e facendole rivivere almeno una parte degli antichi splendori. La quarta e l'ultima parte oltre a concludersi con l'Albo dei Risultati dagli anni '30 al 1988 e a dare risalto ai musici, alla musica e agli strumenti come cornice essenziale del Calcio e del Corteo, rappresenta un viaggio fuori dalle mura di Firenze, dove gli autori ricordano le “trasferte” del Calcio e del Corteo Storico Fiorentino in grandi e piccole città italiane e straniere.
Le rievocazioni storiche in molte realtà municipali costituiscono tutt'oggi un elemento popolare di stimolo alla conoscenza della propria identità storica.
Di recente pubblicazione è il libro pubblicato nel 2002, curato da Luca Giannelli: Il Corteo della Repubblica Fiorentina. L’assedio e il calcio fiorentino 1529-30, con testi di Luciano Artusi e Riccardo Semplici, dove sono descritti in modo ordinato e sintetico i dettagli del Gioco, le sue origini e i singoli ruoli. Il presente libro costituisce un importante riconoscimento e una chiave di lettura agile e stimolante per tutti, per conoscere meglio, generare curiosità e approfondire la realtà del Corteo Storico e del Calcio Fiorentino. L’opera collega direttamente l’Assedio di Firenze del 1529-30, descritto cronologicamente, con il Calcio Storico, grazie alla Partita dell’Assedio, che si svolse nella città assediata dagli imperiali. Il libro è impreziosito da immagini, disegni e descrizioni accurate di tutti i personaggi che caratterizzano il Corteo e di coloro che danno vita al Calcio Storico Fiorentino. Dai Sergenti degli Otto di Guardia e Balia ai Cinque Bandierai di Firenze, dai Musici agli Ufficiali delle Fanterie, dagli Archibusieri e Bombardieri alle varie Arti (Maggiori e Minori), fino alle quattro squadre del Calcio che, a loro volta, rappresentano i quattro diversi quartieri del Centro Storico: i Bianchi di Santo Spirito, i Blu di Santa Croce, i Rossi di Santa Maria Novella e i Verdi di San Giovanni.

[Niccolò Soraggi]

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Libri sulla Giostra del Saracino di Arezzo

Descrizione del gioco

La giostra del Saracino si svolge ad Arezzo nel mese di maggio e prevede che ogni Quartiere, munito del proprio Gonfalone e di un tamburo, abbia un proprio contingente di milizia suddiviso in balestrieri e fanti con i relativi sergenti. Il Consiglio di ciascun quartiere elegge il Rettore e il Capitano e a quest’ultimo spetta il comando della milizia in campo e la scelta dei cavalieri delle casate che sfileranno in corteggio. Ma il ruolo cruciale del gioco è svolto dai giostratori che correranno in campo con la lancia per colpire il “buratto” simulacro del re Saracino, dalla loro abilità dipenderà la vittoria decretata da una Giuria nominata dalla “Magistratura della Giostra”.

 

E vidi correr giostra : Arezzo e la giostra del saracino di Roberto Parnetti, Firenze, Associazione nazionale coordinamento camperisti, 2006. - 223 p. : ill.

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Già nel titolo si respira tutta la passione che permea ogni pagina del libro di Parnetti. Per lui, la Giostra del Saracino non è soltanto una bella manifestazione storica con dame e cavalieri, musici e sbandieratori. E’ molto di più: un modo di vita.
Di questo antico gioco scopriamo i valori, le regole e i costumi, i modelli di vita e di cultura a cui si ispira, scopriamo come è nata e come è diventata oggi, qual è il ruolo degli sbandieratori e dei giostratori.
Il libro è un’agevole guida che aiuta a conoscere in ogni dettaglio una delle feste più sentite della Toscana e in particolare dagli aretini.
Le immagini e i testi del libro ci accompagnano in questo itinerario affascinante che riesce a rievocare valori e tradizioni d’altri tempi giocando sul significato e sulle origini della giostra aretina che emoziona e appassiona ancora oggi toscani e non.

[D. V.]

 

La Giostra del saracino : origine e significato della rievocazione di Pier Francesco Greci, [Arezzo], ARX, stampa 1997. - 16 p. : ill.

 

Giostra del saracino e ceti dirigenti aretini fra Medio evo ed età contemporanea / memoria del socio Luca Berti. - Arezzo : Accademia Petrarca di lettere arti e scienze, 1994. - P. 254-299. ((Estr. da: Atti e memorie della Accademia Petrarca di lettere arti e scienze, n. s., vol. 66 (1994)

Più sintetico, ma comunque efficace è l’opuscolo di Pier Francesco Greci che racconta l’origine e il significato del nome “Giostra del Saracino”. C’è chi sostiene che questo gioco risale all’VIII secolo d.C. quando i pirati saraceni invasero le coste toscane o chi pensa che furono gli Arabi a farlo conoscere nel Mediterraneo e in Italia o addirittura i Crociati attraverso i musulmani. Tra antiche leggende e documenti storici, il libro si snoda lungo il cammino storico di questo famoso gioco dalle sue origini fino ai giorni nostri.
Più esteso e dettagliato è il libretto Giostra del Saracino e ceti dirigenti fra Medio Evo ed età contemporanea che parte dalla considerazione che la longevità di una manifestazione culturale dipende dalla sua capacità di soddisfare un’esigenza socialmente rilevante, in particolare se questa esigenza è sentita da chi tiene le fila del potere il quale è in grado di orientare lo sviluppo degli accadimenti. Il testo mette a fuoco il legame tra le trasformazioni del ceto dirigente aretino dal Medioevo ad oggi e l’evoluzione della Giostra del Saracino e la sua funzione sociale lungo questo periodo scomparendo e riapparendo più volte.
Da questa ricostruzione storica emergono alcuni aspetti interessanti come l’importanza del significato politico che questo gioco ha assunto nel corso dei secoli, il fatto che la giostra del Saracino non è peculiare di Arezzo ma lo diviene nel tempo, e altro dato da non trascurare per la sua importanza sociale sono i vuoti storici ovvero la scomparsa della giostra nel Quattrocento, Settecento e Ottocento.

[D. V.]

 

Il Saracino e gli spettacoli cavallereschi nella Toscana granducale, a cura di Mario Scalini, Firenze, SPES, c1987. - 142 p.

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Un tuffo nel mondo cavalleresco fatto di dame e cavalieri ci è offerto invece da questo volume che ci porta alla scoperta delle antiche origini della “Giostra del Saracino”, ancora oggi in uso ad Arezzo e un tempo a Firenze, e di tutte quelle attività spettacolari di tipo marziale che intratteneva la nobiltà toscana in età granducale.
L’illustrazione dell’antico buratto, ovvero quel bersaglio da colpire al volto correndo a cavallo, conservato nel Museo nazionale del Bargello diventa lo spunto per una digressione storica sulle attività ludiche e sportive del mondo cavalleresco nel panorama culturale italiano ricostruendo antichi duelli cortesi in cui erano le doti fisiche, la possanza e il maneggio dell’arma ad essere messi in mostra dai cavalieri come accadde per le nozze del granduca Ferdinando I e Cristina di Lorena e per quelle di Cosimo II e Maria Maddalena d’Austria.
Correre Saracini e Quintane si riferisce a un esercizio che consiste nel portare a segno, su un bersaglio antropomorfo, un colpo di lancia, arma che risale all’epoca longobarda. Con la parola saracino, che compare già in alcuni scritti fiorentini del 1415, si intende il buratto stesso in forma di guerriero saraceno o moro ( di qui il nome) contro cui si sferra il colpo di lancia.
Il libro curato da Scalini spazia dalla storia del duello e del concetto del combattere all’uso delle armi in senso ludico, e quindi ai giochi e agli sport cavallereschi.
Ci porta a conoscere tutte quelle attività spettacolari di tipo marziale in cui la nobiltà toscana era impegnata in epoca granducale.

[D. V.]

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Libri sul Gioco del Ponte di Pisa

Descrizione del gioco

E’ uno dei giochi storici più spettacolari che l’Italia può vantare e affonda le proprie radici nel lontano Medioevo. La battaglia si svolgeva sul Ponte Vecchio, oggi Ponte di Mezzo, dove due fazioni si affrontavano con tanto di armatura, elmetto e scudo allo scopo di conquistare una parte o tutta la metà del Ponte occupata dall’avversario.
Oggi, il Gioco del Ponte si svolge ogni anno nell’ultima domenica di giugno ed è preceduto da un Corteo Storico in cui sfilano ben 709 figuranti dai costumi di foggia spagnola
Le due fazioni, chiamate Tramontana e Mezzogiorno, munite di bandiere dai colori e dai disegni differenti per ciascun motto, si separano in due cortei che marciano in senso antiorario attorno ai quattro Lungarni e al Ponte di Mezzo. Ai due cortei se ne aggiunge un terzo formato dai Giudici con 81 elementi.
Il gioco consiste in una vera prova di forza: ciascuna squadra sfidante formata da 20 persone dalla possente corporatura tenta di sospingere il pesante carrello all’estremità opposta vincendo la resistenza degli avversari.

 

Il Gioco del ponte : sintesi storica e cronaca della manifestazione di Paolo Gianfaldoni, raccolta fotografica di Leo Dolfi, Ospedaletto (PI), Felici, c1992. - 183 p.

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“Quelli era tempi! Quello era valore! Guà, nun ci scatta nulla dar presente! Quelli, davvero, avevan’ un bèr còre, e la morte per loro ‘un era niente”. Così Renato Fucini scrive del Gioco del Ponte in uno dei suoi sonetti in vernacolo pisano che apre il libro di Gianfaldoni dedicato a uno dei giochi più rappresentativi della Toscana.
Colori, immagini, agonismo e tanta passione sono gli ingredienti di questa guida utile e scorrevole che ci aiuta a scoprire la bellezza e il fascino di questo antico gioco le cui origini si perdono nella notte dei tempi quando, secondo vecchie leggende, i pisani divisi tra le parti della Gazza e del Gallo si contendevano la supremazia territoriale a suon di mazza e scudo, per questo veniva chiamato il gioco del Mazzascudo. Perse le sue caratteristiche violente, il gioco diventa in seguito sotto i Medici un spettacolo cavalleresco emozionante.
Il libro traccia una sintesi storica del Gioco del Ponte dalle origini fino agli ’80 del Novecento e racconta anche attraverso le immagini e in modo minuzioso i vari momenti che caratterizzano la manifestazione riportando con la usuale fedeltà del cronista avvenimenti, storia, statistiche e personaggi.
Accompagnate dai versi di Vittorio Alfieri, Renato Fucini, Domenico Sartori, Ettore Tosi e Giampaolo Testi, le pagine del libro di Gianfaldoni ripercorrono le fasi più importanti del gioco indugiando sui protagonisti, sui principali costumi, sul combattimento e in particolare su alcuni profili storici dei figuranti come il trombettiere, il capitano dei Celatini, il paggio, il cavaliere, la guardia, il luogotenente generale, il capitano e altri ancora.

[D. V.]

 

Il Gioco del ponte l'anno 1700 secondo Curzio Caprili / [contributi: Renzo Zucchini ... et al.]. - Ospedaletto, Pisa : Felici, stampa 2004. - 79 p. ((Pubblicazione realizzata a cura della Magistratura di Calci del Gioco del ponte e dell'Associazione fautori del Gioco del ponte e del Gioco del mulino, con il concorso del Comune di Calci della Provincia di Pisa

 

Dissertazione sull'origine del giuoco del ponte di Pisa / Giovanni Battista Fanucci ; presentazione di Daniele Berti. - Firenze : Semper, 2008. - 15 p.  ((Ripr. facs. dell'ed.: Pisa : Carotti, 1785

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Nel corso dei secoli il Gioco del Ponte è stato accompagnato da una produzione letteraria di tutto rispetto quasi sempre costituita da componimenti poetici e manoscritti. Fra questi figura il poemetto di Curzio Caprili, nato a Calci nel 1641, che rappresenta la prima opera descrittiva di questo straordinario gioco storico.
Scritto da Caprili nel 1700 all’età di sessant’anni, il poema si contraddistingue per la sinteticità e l’efficacia descrittiva e grazie alla rima poteva essere cantato diventando così non solo un’occasione di acculturazione ma anche di svago.
Il commento del poema è affidato a Corrado Ferretti mentre l’attenzione di Carlo Consani si concentra sull’aspetto linguistico e dialettologico dello scritto e sulla dinamica lingua-dialetto nella specifica situazione linguistica della Toscana, ponendo l’accento sui vari tipi di interferenza e condizionamento che il dialetto assume in certi generi letterari come le forme poetiche. Nel caso del poema di Caprili vediamo come il dialetto calcine traspaia nel tessuto linguistico dell’opera nonostante i costanti richiami letterari ed epici.
Ne esce un quadro gradevole e interessante che si allontana dagli stereotipi diffusi fin qui sul Gioco del Ponte e che recupera lo spirito di quegli anni e il pathos che circonda questo gioco.
A questo punto, non si può non citare la Dissertazione sull’origine del giuoco del Ponte di Pisa, ristampa anastatica di quella stampata a Pisa nel 1785, di Giovanni Battista Fanucci che procede ad un’analisi precisa e puntuale delle origini del gioco arrivando alla conclusione che qualsiasi siano stati gli influssi che hanno riportato alla ribalta questa rievocazione, il cui scopo era quello di essere un fastoso spettacolo ai più “augusti sovrani”, ovvero alla casata dei Lorena, esso avrebbe reso la città di Pisa più celebre e gloriosa nella storia.

[D. V.]

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Libri sulla Giostra dell’orso di Pistoia

Descrizione del gioco

La Giostra dell'Orso è una riedizione moderna dell'antica "corsa del palio" documentata fin dalla prima metà del sec. Xlll, la quale si svolgeva il 25 luglio, per la festa di S. Jacopo, patrono di Pistoia. La corsa era di tale importanza per i cittadini che durante i secoli non veniva interrotta se non in casi eccezionali, come guerre, epidemie o lotte politiche interne. Il corteo della Giostra dell'Orso è composto dai gonfaloni della montagna e della pianura, nonché dalle bandiere delle arti maggiori e minori della città e dei quattro rioni: rione del Cervo Bianco, rione del Drago, rione del Grifone, rione del Leone. Ogni rione è rappresentato da tre compagnie, ciascuna di esse con un capitano, una bandiera, un cavaliere, un trombettiere, un certo numero di alabardieri e i capitani dei rioni, con gonfaloni e valletti. Tutti insieme formano un suggestivo gruppo di circa 300 persone che sfila nei loro caratteristici costumi medievali lungo le vie del centro storico fino alla piazza del Duomo. La Giostra viene disputata fra dodici cavalieri, tre per ciascuno dei quattro rioni. Annunciati solennemente dai trombettieri e da un rullo di tamburi, i dodici cavalieri entrano nella piazza seguiti dal pittoresco corteo e, salutate le Autorità ed i rappresentanti di ciascun rione, prendono posto sotto l'arcata del Palazzo Comunale. Un araldo legge le norme che regolano il torneo, dopodiché la Giostra ha inizio. I cavalieri, due a due, con le lance abbassate percorrono al galoppo l'apposito tracciato creato lungo il perimetro della piazza, fino a raggiungere le figure di due orsi stilizzati che costituiscono il bersaglio da colpire, per il quale vengono di volta in volta assegnati particolari punteggi. Al termine viene proclamato il rione vincitore, mentre il cavaliere che individualmente ha conseguito il maggior punteggio ottiene il titolo di "Cavalier speron d'oro di Pistoia e contado". Lo spettacolo della Giostra dell'Orso è documentato da secoli, qui vi proponiamo due volumi sull'antico gioco della città di Pistoia in ordine cronologico.

 

La Giostra dell'orso : rievocazione storica, curata da Alberto Vivarelli. - [Pistoia] : Comune di Pistoia, stampa 1975, 38 p. : ill.

 

L'annual gioco di San Jacopo patrono della Città di Pistoia : dal Palio dei Barberi alla Giostra dell'orso / scritto da Iacopo Cassigoli e Francesca Rafanelli ; fotografato da Francesca Pagliai ; con una introduzione di Claudio Rosati, Pistoia : Settegiorni, c2009, 270 p. : ill.

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Nel 1975 viene pubblicato La Giostra dell'Orso, curato da Alberto Vivarelli. Un opuscolo in cui è descritta la storia del palio, la sua evoluzione nel tempo, il suo regolamento, l'ordine di sfilata del Corteo Storico e i personaggi che ne fanno parte: dalla Rappresentanza Comunale ai Priori delle Arti, dalle Opere Assistenziali alla Direzione della Giostra fino alle Brigate, divise in tre Compagnie ciascuna, che rappresentano i quattro Rioni della città: la Brigata di Porta Ripalta (Grifone), la Brigata di Porta Guidi (Leon d'Oro), la Brigata di Porta Gaialdatica (Drago) e la Brigata di Porta Lucchese (Cervo Bianco). Sono presenti, oltre ad alcune foto storiche, anche immagini delle bandiere delle Arti e dei Mestieri e dei simboli delle varie Brigate e delle tre diverse compagnie che formano i Rioni.
A dimostrazione che La Giostra dell'Orso non ha smesso di interessare e appassionare sia gli abitanti di Pistoia, sia gli storici della Toscana (e non solo), nel 2009 esce il libro di Iacopo Cassigoli e Francesca Rafanelli, con foto di Francesca Pagliai, L'annual gioco di San Jacopo: dal palio dei barberi alla Giostra dell'Orso, che costituisce un'opera completa e ricca di immagini suggestive. Il testo è suddiviso in due sezioni, la prima tra Medioevo ed Ancien Régime e la seconda tra Ottocento ed età contemporanea, proponendo due distinti e diversi momenti storici delle feste di San Jacopo, mettendo in evidenza l'evolversi e il progressivo passaggio dal Palio di San Jacopo alla Giostra dell'Orso. Nella la prima sezione, firmata da Francesca Rafanelli, accanto al testo storico sono affiancati una serie di scritti (del XVII, XX secolo), poco conosciuti, che integrano e completano quanto espresso nel testo. Nella seconda sezione, scritta da Iacopo Cassigoli, dedicata alla Festa di San Jacopo divenuta dal 1947 Giostra dell'Orso, sono presenti documenti storici e suggestive foto in bianco e nero degli ormai passati cortei. L'ultima parte del libro è interamente dedicata agli scatti realizzati dalla fotografa Francesca Pagliai che ritrae la Giostra, i suoi protagonisti e il suo svolgersi, valorizzando così al massimo l'importante e antica tradizione pistoiese.
 

[Niccolò Soraggi]
 

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