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COMUNICATO STAMPA  n. 1118

 
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Donne ‘in vetrine’: il dibattito in aula su mozione di condanna nei confronti di Roberto Salvini (2)

Gli interventi di Casucci (Lega), Bartolini (Lega), Spinelli (gruppo Misto), Pecori (gruppo Misto), Gazzetti (Pd), Montemagni (Lega), De Robertis (Pd), Fattori (Sì–Toscana a sinistra), Bugetti (Pd), Baccelli (Pd), Marras (Pd)

 

di Camilla Marotti, 25 settembre 2019

 

Gabriele Bianchi (M5S), in premessa del lungo dibattito che ha preceduto la votazione della mozione di censura nei confronti di Roberto Salvini, ha espresso la condivisione dell’atto annunciandone la sottoscrizione. Paolo Marcheschi (FdI) ha  ricordato – dinanzi al tema della divulgazione del video con le dichiarazioni rese da Salvini da parte della consigliera Monia Monni – che nella scorsa legislatura “qualcuno del Pd” ha voluto che le sedute fossero ‘non aperte’, perché così “in commissione si poteva lavorare più serenamente; invece per me dovrebbero essere assolutamente aperte”.
 
Marco Casucci(Lega) ha precisato: “In conferenza programmazione dei lavori (prima dell’aula, ndr), mi sono immediatamente dissociato rispetto al contenuto delle dichiarazioni, definendole gravissime”. Il consigliere ha poi ricordato la posizione Lega sulla prostituzione che “è stata ben espressa in una mozione, presentata in quest’aula, e votata anche da Salvini”. La consigliera Luciana Bartolini (Lega) ha puntualizzato che alla fine della seduta della commissione sviluppo economico dove sono accaduti i fatti, si è rivolta al presidente Anselmi chiedendo scusa per il gruppo della Lega.
 
Serena Spinelli(gruppo Misto), rivolgendosi direttamente al consigliere Salvini si è definita “benpensante: penso infatti che c’è un pensiero che non possa essere messo in discussione, ed è la fatica giornaliera che facciamo per scegliere cosa vogliamo essere”. “Il suo pensiero è sbagliato. Non ci può essere nessun luogo in cui si fanno quadrare i bilanci con il corpo delle donne”, ha aggiunto. Spinelli ha concluso: “Io pretendo di scegliere che cosa voglio fare come tutte le donne, e chi si vende non lo sceglie”.
 
Monica Pecori(gruppo misto) si è definita “inorridita” e “sconcertata”, al di là del comportamento del gruppo della Lega. Pecori ha citato la descrizione del ‘sistema’ in vigore in Germania o in  Olanda, facendo propria la definizione della prostituzione come “stupro a pagamento”. “La  prostituzione legalizzata è un girone infernale”, ha detto. “Non si elimina la prostituzione rinchiudendo le donne tra quattro mura”.
 
“Mi sento in dovere di rappresentare un punto di vista che parli alle donne della mia famiglia che mi hanno preceduto e a quelle che verranno dopo: voglio che rimanga agli atti che non la penso assolutamente come Salvini”, ha detto  Francesco Gazzetti (Pd), che ha accusato al Lega di “una grande ipocrisia: il vero problema per voi è il video diffuso grazie alla sensibilità politica e umana della Monni, e non le cose che sono state dette; avreste voluto che quelle parole non uscissero da quelle mura”. “State cercando di difendere l’indifendibile”, ha aggiunto, respingendo “in maniera netta la richiesta di censura”.
 
“Mai chiesto la censura, ma il solo rispetto del regolamento”, ha replicato Elisa Montemagni (Lega). “Vi nascondete dietro la figura della censura per attaccare un intero gruppo e questo è scorretto”, ha detto rivolta ai banchi di maggioranza.  “La mozione, così come è, è invotabile, io mi sono resa disponibile a riscriverla: se volete un atto che condanni quel che ha detto Roberto Salvini io ci sto, ma un atto contro la Lega no, la Lega la sua posizione l’ha presa, il consigliere è stato sospeso”. “E’ un mio interesse che Salvini sia  rimosso dalla commissione controllo – ha aggiunto la capogruppo –, perché non rappresenta più la Lega”.
 
“Chieda scusa a me, a tutte le donne e gli uomini, ai suoi 5500 elettori e ai rappresentanti della sua famiglia”. Così Lucia De Robertis (Pd) si è rivolta al consigliere Salvini che, “in cinque minuti è riuscito a offendere mezzo mondo, portatori di handicap e famiglie, senza conoscere il dramma che sta dietro a quelle persone”. “Lei ignora i danni di quelle donne che sono per strada non volendolo essere, di quei figli e di quelle famiglie. Chieda scusa a tutti, anche a noi consiglieri regionali”. “Questa – ha concluso la consigliera – è classe dirigente che non ci meritiamo, e quindi qualche responsabilità politica da parte dei partiti c’è”.
 
Tommaso Fattori(Sì–Toscana a sinistra) ha ripreso un concetto espresso da più parti, per prima da Irene Galletti: “Quando parole misogine o razziste sono pronunciate da chi siede in una istituzione hanno una forza decuplicata. C’è un limite a ciò che può dire un consigliere regionale e a ciò che può dire un uomo”. Per Fattori la questione vera non è “neppure il dibattito generale sulla prostituzione, ma il fatto che un uomo e un consigliere regionale, ancora una volta voglia decidere sul corpo delle donne”. “Mi auguro che Salvini possa cambiare opinione”, ha concluso, auspicando in generale il superamento politico di “una mentalità maschilista tossica”.
 
Ilaria Bugetti(Pd), è vicepresidente segretario della commissione sviluppo economico e ha puntualizzato: “Ero presente in commissione, ho sentito la consigliera Bartolini che si scusava alla fine della seduta, e l’intervento del presidente Anselmi”. Poi rivolgendosi al consigliere Salvini: “Tutti i concetti che esprimiamo lei non li sente; il pericolo è ancora più grande se non sente di aver offeso pesantemente tantissime persone. Il problema sta nel costruire una società che dia agli uomini e alle donne gli strumenti culturali perché questi pensieri non arrivino neanche a sfiorare il cervello delle persone”. “Spero – ha concluso – che lei provi a sentire questo messaggio”.
 
 “Una cosa è sottolineare la responsabilità personale vergognosa di Salvini, che ha detto cose orribili e agghiaccianti, altra cosa è derubricare questa vicenda a un mero fatto personale. Non lo condivido”, ha affermato Stefano Baccelli (Pd). Il consigliere ha ricordato che tutto ciò accade in un Paese in cui “l’altro Salvini fa diventare nella comunicazione nazionale il Pd il ‘partito di Bibbiano’, perché un sindaco è indagato per abuso di ufficio. Oggi qui si cerca di fare l’operazione opposta: derubricare tutto a una vicenda del Salvini toscano e non della Lega”. La mozione, secondo Baccelli, “è corretta: le parole di Salvini sono il frutto di una cultura politica”. Il consigliere ha puntato il dito contro “un vero e proprio bordello del linguaggio, volgare e violento”, imputando alla Lega anche la responsabilità politica per la candidatura di Salvini.
 
“Non credo che il testo della mozione debba essere modificato come chiede Elisa Montemagni, che denuncia una sorta attacco alla Lega”, ha affermato Leonardo Marras, capogruppo Pd. “Non si tratta di un  attacco alla Lega, che ha sicuramente avuto un atteggiamento timido”. Il consigliere ha affermato di aver letto “con apprezzamento il post di Casucci, chiaro e personale, di presa di distanza” da quanto detto da Salvini. “Ma il gruppo della Lega ha atteso 24 ore. Bastava davvero poco, non comprendo questa timidezza”. Oggi, ha osservato “viene detto che era implicito chiedere la sostituzione del rappresentante della Lega nella commissione Controllo, ma non so quando sarebbe accaduto se questa mozione non fosse stata votata”. Il dibattito nell’assemblea “deve essere alto in rappresentanza di ciò che è il Consiglio regionale; dovremmo ragionare intorno alle questioni che riguardano i toscani con il decoro che si conviene”. Quindi, “non c’è motivo di riflessione, c’è la censura. Salvini non può avere incarico così importante come la presidenza della commissione Controllo, occorre una sanzione del Consiglio”. – fine –

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